21.12.2020 Storie

L’impegno di MdM in tempi di Covid-19: intervista a Rita Carravetta

Da una parte, badanti originarie dell’Europa dell’Est, studenti stranieri, migranti stanziati in Calabria, ma anche tanti, troppi italiani. Dall’altra, sempre lei, Rita Carravetta, 35 anni, referente medico Covid-19 per Medici del Mondo, al lavoro nella medicina delle migrazioni da quasi dieci.

È sua la voce dietro al numero di emergenza lanciato da Medici del Mondo all’inizio dello scorso mese di marzo. Un canale telefonico di supporto e informazione pensato per quanti, in questo periodo di pandemia da Covid-19, non hanno la possibilità di accedere a un medico di base di riferimento. Soprattutto migranti regolari e irregolari, in molti casi italiani; solitamente al Nord, in particolare in Lombardia.

Rita, cosentina, a Roma per lavoro (“sono migrante anch’io!”), se le ricorda tutte. Ci sono le telefonate con la badante rumena a Milano, sola e ammalata dopo la morte della persona assistita, infine ricoverata. Ci sono quelle con gli studenti stranieri, spaesati e spaventati per la situazione. E poi c’è quella con una signora romana terrorizzata per la sorte del nipotino disabile. Ricorda Rita: “I genitori del piccolo erano in ospedale per Covid e pure lei ne aveva i sintomi, ma non voleva chiamare l’ambulanza non sapendo che fine avrebbe fatto il bambino”.