03.10.2022 News

Manifesto di Acquaformosa: cosa chiede, perché lo firmiamo

Manifesto per una nuova accoglienza

281 milioni di persone in migrazione nel mondo, il 3.6% della popolazione mondiale. Un dato in costante aumento e che costituisce solo una premessa dei movimenti epocali che, per varie ragioni, si attiveranno nei prossimi decenni.

Più di ottantadue milioni di persone costrette a migrare a causa di guerre, carestie, povertà o calamità naturali e la stima per i prossimi anni prevede una forte ed ulteriore crescita (dati UNHCR, 2021).

Appare evidente che la migrazione internazionale costituisce un fenomeno troppo vasto e variegato per poter essere analizzato attraverso schematizzazioni e dicotomie. Anticipare, attraverso una strategia internazionale adeguatamente pensata, i cambiamenti ed i movimenti prossimi considerando la complessità del fenomeno migratorio, permetterebbe di co-costruire, invece, risposte che scommettano su un avvenire più sereno e positivo per l’umanità, considerando la migrazione ed i movimenti internazionali come una normale mobilità e non come un fenomeno da limitare ed arginare.

Contesto

All’analisi di questo complesso e naturale fenomeno, alle rotte percorse da uomini e donne che segnalano con il loro viaggio, istinto di sopravvivenza ma anche le mutate condizioni climatiche e sociali che il nostro tempo attraversa, l’Associazione Don Vincenzo Matrangolo dedica -da anni- il Festival delle Migrazioni, momento di dialogo, pacificazione, incontro e riconoscimento reciproco tra comunità d’accoglienza di diversi Paesi e persone in migrazione ma anche spazio di riflessione profonda sui cambiamenti sociali, sui percorsi migratori e sulla percezione dei processi migratori in Europa.

Un Festival che concorre a creare quegli spazi cerniera necessari a chiudere gli strappi sociali adoperati contro uomini e donne che cercano riparo da condizioni di vita sempre più rarefatte e dall’agire inconsapevole di un sistema globale reso sempre più discriminante.

Un luogo in cui fermarsi e riflettere, per riuscire a cogliere anche i legami esistenti tra emigrazione calabrese, italiana ed europea – passata e presente – e tutte le altre migrazioni internazionali che hanno, nel corso degli ultimi secoli, contribuito in maniera determinante a modellare il carattere, la cultura e lo spirito di accoglienza del popolo calabrese, italiano ed europeo stesso e che continuano a farlo grazie alle esperienze di accoglienza, incontro e scambio presenti e ormai radicate sul territorio.

Un evento che sottolinea che l’accoglienza non è solo l’atto di donare, ma comprende anche quello di ricevere, di arricchirsi della presenza dell’altro, delle sue risorse, come motore di creatività e cambiamento favorevole a tutti.

Dalla comunità all’individuo: il lavoro degli operatori sociali

Gli studiosi ed i professionisti psicosociali hanno rilevato e confermato quanto l’esperienza migratoria sia correlata alla salute psicofisica. Difatti, se da un lato la migrazione può rappresentare un’evoluzione personale e contribuisce ad ampliare le opportunità di scelta e di azione del singolo grazie all’incontro con la diversità, dall'altro espone gli individui a molteplici sollecitazioni e a fattori di rischio (Polito A., Bonadies S., 2022).

La separazione rispetto al proprio contesto familiare e sociale, l’esistenza di barriere linguistiche e culturali, le difficili condizioni socioeconomiche, i traumi che possono aver subito prima e durante il  percorso migratorio, la perdita di sistemi di supporto e la presenza di condotte discriminatorie nei

Paesi di destinazione, definiscono la popolazione migrante come portatrice di bisogni particolari che possono generare vulnerabilità e facilitare lo svilupparsi di forme di disagio mentale e sociale (Aragona M., Pucci D., Mazzetti M., Maisano B., Geraci S., 2013).

Ogni singolo progetto di accoglienza o di supporto a persone in migrazione e, in maniera più ampia i governi e i sistemi di welfare europei, hanno una forte responsabilità rispetto alla promozione della salute psicofisica delle persone in migrazione: è ormai provato che condizioni di accoglienza inadeguate agiscono come fattore moltiplicatore delle vulnerabilità esperite dalle persone in migrazione. Migranti con traumi gravi che trovano buone condizioni di accoglienza sperimentano maggiore benessere psicologico rispetto a chi subisce traumi di minore entità ma trova situazioni di vita sfavorevoli nel paese ospitante (Aragona et al., 2012).

I sistemi di accoglienza italiano ed europeo hanno, nel corso del tempo, cercato di costruire spazi di rifugio non ritraumatizzanti, attenti alle esigenze del singolo e capaci di includere ed integrare risorse dei contesti e delle persone in migrazione.

Società civile Europea: per una decisa volontà politica dell’accoglienza

Il cambiamento del contesto internazionale, il repentino susseguirsi di leggi con approcci e finalità differenti, la risposta spesso emergenziale ai processi migratori e l’assenza di una politica comunitaria univoca in tema di accoglienza ci porta oggi a interrogarci sui cambiamenti necessari per garantire un’accoglienza capace di favorire lo sviluppo sociale dei territori attraverso un processo che permetta a ciascuno di avere lo spazio, i diritti ed il tempo di agire come cittadino.

Siamo chiamati ad interrogarci circa le nuove prospettive dell’accoglienza, per riscrivere, a partire dai valori comuni e da una comunità di intenti per la costruzione del futuro, un manifesto condiviso per l’accoglienza e l’inclusione delle persone in migrazione e per l’intervento attivo di cambiamento dei contesti fisici e culturali, prestando particolare attenzione alla tutela dei minori stranieri non accompagnati e dei giovani in migrazione.

Siamo chiamati a ragionare criticamente e comunitariamente sulle problematiche dell’accoglienza, sulle forme di sfruttamento di cui, spesso inconsapevolmente, siamo corresponsabili e sui campi di azione su cui necessario operare per “tenere saldamente il campo”.

Alla luce di queste premesse, chiediamo in primis che:

- Si apra un dialogo per ripensare il terzo settore come sistema, a partire da programmazioni ampie ed uscendo dalla logica del finanziamento di singoli progetti slegati tra loro e con temporalità limitate;

- Si avvii la costruzione di un sistema di accoglienza europeo con il superamento dei sistemi nazionali di accoglienza nella prospettiva di crearne uno che permetta il mantenimento delle forme di protezione e di mobilità dei migranti su tutto il territorio dell’Unione Europea;

- Venga riformato al più presto il Regolamento Dublino;

- Si favorisca un’idea di informazione pubblica sul tema delle migrazioni che coinvolga direttamente gli operatori che giornalmente operano sul campo;

- Possa essere istituita un appuntamento annuale all’UNESCO, all’Unione Europea e all’Unione Africana, invitando i rappresentanti di ogni Paese a pensare insieme e in modo molto pragmatico le politiche interculturali;

- Si proponga la Migrazione quale Patrimonio immateriale dell’Umanità.

Chiediamo, così come già sostenuto dalla Rete Nazionale per il diritto d’asilo Europasilo di:- Ripristinare standard adeguati di accoglienza e di servizi alla persona nei Centri di Accoglienza Straordinaria (C.A.S.), che hanno subito un generale e radicale processo di contrazione degli standard minimi di accoglienza, compromettendone spesso la funzionalità e dando vita a situazioni di serio degrado;

- Ricondurre la gestione dei servizi di accoglienza all’ambito di applicazione della legge 328/2000 e quindi come parte integrante del welfare nei diversi livelli di governance: nazionale, regionale e locale, superando l’impostazione prevista dal DLGS 112/98, che si traduce nella sola competenza del Ministero dell’Interno;

- Il riconoscimento del valore e la promozione dell’accoglienza in famiglia.

Crediamo, inoltre, che sia fondamentale avere il coraggio di sostenere pienamente il sistema di accoglienza pubblico, con passi concreti, quali:

- Il rafforzamento del sistema di Tutela Volontaria dei minori stranieri non accompagnati e la sperimentazione di nuove forme di accompagnamento dei neomaggiorenni stranieri soli, nei percorsi di autonomia e inclusione socio-lavorativa e abitativa, quali Tutela Sociale e Mentoring, mediante azioni strutturate di supporto sia individuale che di gruppo ai Tutori

Volontari in elenco presso i Tribunali per i Minorenni;

- La semplificazione delle procedure burocratiche, che limita le possibilità del Sistema di Accoglienza ed Integrazione (S.A.I.), in favore dei diritti delle persone e dell’attenzione alla singolarità di ciascuno;

- L’attenzione alle esigenze delle aree interne, puntando sul contrasto allo spopolamento e

affrontando la drastica riduzione dei servizi pubblici subita negli ultimi decenni;

- La centralità del lavoro psicosociale e di integrazione ed interazione tra i contesti e i processi migratori;

- La garanzia di uguali diritti per tutte le persone, indipendentemente dalla loro provenienza, dalla propria religione e cultura, con particolare attenzione ai diritti dei bambini, nel rispetto e nella massima valorizzazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e degli articoli 3 e 29 della Costituzione Italiana;

- Il sostegno alle attività di cambiamento dei contesti che ospitano progetti di accoglienza.

I progetti di accoglienza pubblica devono porsi come entità capaci e chiamate a fornire servizi

non solo alle persone in migrazione ma a tutta la collettività, in particolar modo in tema di

educazione alla cittadinanza attiva, alla globalità ed alla fratellanza universale;

- Un maggiore coinvolgimento della comunità ospitante e degli enti locali affinché si

adoperino nel facilitare l’uscita dai progetti di accoglienza verso una sempre maggiore

autonomia dei migranti, per evitare di rimanere “imbrigliati” in meccanismi assistenziali;

- L’istituzione di un Tavolo Nazionale Permanente per il dialogo interreligioso ed interculturale.

COMITATO PROMOTORE

  1. Associazione Don Vincenzo Matrangolo E.T.S. - Giovanni Manoccio2. Dipartimento Scienze Politiche e Sociali Università della Calabria - Walter Greco.
  2. Association Sahel Vert – Jacki Ceroi
  3. Rete dei Comuni Solidali - Roberta Ferruti
  4. Forum delle Associazioni marocchine della Calabria - Ahmed Berraou
  5. Association Etudiants Sénégalais Vivant en Italie - Badara Seck
  6. Università di Strasburgo – Dip.Sociologia - Lomo Myazhiom Aggee Celestin
  7. Associazione Passaparola Lussemburgo - Paola Cairo
  8. Università di Cardiff –Dip.Sociologia - Bella Dicks
  9. O.N.G. Medici del Mondo – Elisa Visconti
  10. O.N.G. ActionAid International Italia
  11. Soc.Coop Officina delle Idee –Antonio Blandi
  12. UNICAL Dip.Sociologia - Giorgio Marcello
  13. UNICAL Dispes –Anna Elia
  14. Istituto Don Calabria – Rosangela Catizzone
  15. UNICAL DISPES –Mariafrancesca D’Agostino
  16. Associazione Liberamente E.T.S. – Sergio Esposito
  17. Unical Dispes Diritto Pubblico -Donatella Loprieno
  18. Mulhouse Fr. - Nicole Ceroi D’ Angelo
  19. Fondazione Migrantes, Eparchia di Lungro - Papas Sorin Ilie Hagi
  20. Soc.Coop Atlante –Carmine Federico
  21. Soc.Coop Promidea - Piero Caroleo23. Soc Coop Sankara -Suely Di Marco
  22. Associazione YaBasta –Nova Koinè – Scisciano
  23. Portavoce Forum del Terzo Settore Ionio-Pollino –Ranieri Filippo
  24. Commissione Regionale della Migrantes conf.Episcopale Calabra – Pino Fabiano
  25. Coop.Strade di Casa – Sandra Innocente
  26. CGIL Pollino Sibaritide-Tirreno Giuseppe Guido
  27. N.B. per eventuali adesioni scivere a : presidenteassdvm@gmail.com oppure assmatrangolo.eu