L'ultima ondata di violenza nella regione costiera della Siria, iniziata lo scorso 5 marzo, ha portato conseguenze devastanti per i civili.
Le famiglie, in diverse parti della Siria nord-occidentale, in particolare nei governatorati di Latakia e Tartus e nelle città e villaggi circostanti - già alle prese con grandi difficoltà economiche, infrastrutture di servizio pubblico compromesse e instabilità - si trovano ora ad affrontare morte, distruzione e sfollamento.
Combattimenti pesanti hanno trasformato strade, un tempo affollate, in campi di battaglia costringendo migliaia di persone a fuggire dalle loro case.
Ampie zone di Latakia e Tartus sono prive di elettricità, cibo e acqua poiché i blocchi stradali e i problemi di sicurezza hanno avuto gravi ripercussioni sulla popolazione.
Sei grandi ospedali e diverse ambulanze sono stati resi inutilizzabili a causa delle ostilità. All'11 marzo 2025, l'Ufficio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani aveva registrato la morte di 111 civili ma le verifiche sono ancora in corso e si ritiene che il numero reale di vittime sia molto più alto, con rapporti che parlano di oltre 800 civili uccisi, compresi i bambini.
La situazione è ulteriormente esacerbata dagli sfollamenti di massa all'interno della Siria e ai confini con il Libano. Anche prima delle ultime ostilità, la costa era già sommersa da un afflusso di persone sfollate interne provenienti da altre zone colpite dal conflitto che ha portato al limite le risorse e le infrastrutture locali.
Questa situazione non può continuare. I civili devono essere protetti, gli aiuti umanitari devono poter entrare e le leggi internazionali devono essere rispettate. L'uso di armi pesanti nelle aree popolate sta causando danni irreversibili e l'attacco alle infrastrutture sta aggravando le sofferenze umane.
La crisi umanitaria nelle regioni costiere della Siria richiede un'azione urgente.
L'immediata cessazione delle ostilità, la protezione dei civili, delle minoranze e dei gruppi vulnerabili, l'accesso umanitario sicuro e il ripristino dei servizi di base devono essere prioritari per prevenire ulteriori vittime civili, sfollamenti di massa e instabilità. La comunità internazionale e le autorità competenti devono coordinare con urgenza gli sforzi per fornire assistenza salvavita e lavorare per una risoluzione sostenibile delle ostilità.
Pubblicato a nome del Syria INGO Regional Forum (SIRF) che rappresenta oltre 80 ONG che operano in Siria.
Photo: Reuters