Gli attacchi dei droni hanno reso inutilizzabile il centro sanitario di Mishtaneur a Kobane, dove lavoriamo dal 2020 per curare più di 110.000 persone. Non ci sono stati danni ai pazienti né al personale, ma le infrastrutture sono state danneggiate in modo significativo
Diverse località nel nord-est della Siria sono state attaccate dall'esercito turco con droni e artiglieria aerea nei giorni prima di Natale. Diversi gli obiettivi, tra cui un'azienda di carburante, fabbriche, centrali elettriche e negozi: in totale sono sei i morti e nove i feriti degli attacchi.
Gli attacchi dei droni hanno anche reso inutilizzabile il centro sanitario di Mishtaneur a Kobane, dove Medici del Mondo lavora dal 2020 e da allora ha curato oltre 110.000 persone. In questo caso, l’attacco non ha causato danni alle persone, ma danni significativi alle infrastrutture.
Colpite, in particolare, le aree dedicate all'assistenza sanitaria, alla salute mentale, al supporto psicosociale e alla salute sessuale e riproduttiva, tra cui una sala parto, una farmacia, un magazzino e una sala d'attesa. Distrutte tutte le attrezzature mediche, i medicinali, i vaccini, i materiali di consumo, i prodotti per l’igiene, i mobili, gli strumenti e le attrezzature per la salute mentale e il supporto psicosociale, compresa un'area per la cura dei bambini e delle bambine.
Anche un altro ospedale specializzato in dialisi renale e una fabbrica di ossigeno medico avrebbero subito un altro attacco. Si tratta di un centro che le autorità sanitarie hanno istituito nel 2021 per fornire servizi all'intera regione.
Le epidemie colpiscono migliaia di persone sfollate
Sono più di 16 milioni (il 25% in più dal 2022) le persone che dipendono dall'assistenza umanitaria in un contesto in cui i bisogni non fanno che aumentare, mentre i fondi disponibili diminuiscono (nel 2023 è stato coperto solo il 33,8% dei fondi necessari a coprire i bisogni umanitari in Siria e il settore sanitario ha avuto solo il 20% dei fondi necessari). Attacchi come questi non fanno che aggravare le condizioni di vita della popolazione siriana e delle persone sfollate e il loro accesso ai diritti umani fondamentali, in particolare al diritto alla salute.
"I team di Medici del Mondo presenti sul campo sono testimoni della rapida diffusione di epidemie come colera, morbillo, leishmaniosi e infezioni respiratorie acute sconosciute che hanno colpito migliaia di persone in Siria. Le epidemie si diffondono in particolare negli insediamenti sovraffollati dalle persone sfollate interne, dove le scarse condizioni igieniche sono fattori di alto rischio per la trasmissione e per l'esacerbazione di problemi sanitari di base", afferma Nicolás Dotta, direttore generale di Medici del Mondo Spagna.
Oltre un decennio di conflitto ha costretto buona parte del personale sanitario a fuggire dal Paese, lasciando i centri sanitari e gli ospedali senza personale a sufficienza per rispondere alle crescenti esigenze sanitarie della popolazione siriana. Attualmente in Siria funzionano solo il 61% degli ospedali e il 61% dei centri di assistenza sanitaria primaria. Dall'inizio del 2023, più di 50 centri sanitari hanno chiuso, soprattutto per mancanza di fondi.
Gli attacchi alle infrastrutture civili devono finire
"Gli attacchi indiscriminati alle infrastrutture civili violano il diritto umanitario internazionale. Chiediamo il rispetto e la salvaguardia dell'integrità delle infrastrutture e del personale medico in quest'area, colpita da oltre 12 anni di conflitto. Gli Stati firmatari delle Convenzioni di Ginevra sono tenuti a rispettare e a far rispettare il diritto internazionale umanitario (DIU) e devono fare tutto ciò che è in loro potere per porre fine alle violazioni del DIU", ha aggiunto Dotta.
La risposta di Medici del Mondo
Le nostre équipe sul campo stanno valutando i danni e cercando alternative per continuare a fornire i servizi sanitari nel prossimo periodo, magari indirizzando temporaneamente il personale verso altre strutture sanitarie nelle vicinanze, in conformità con i protocolli di sicurezza dell'organizzazione.
Si sta cercando di trovare alternative per ridurre l'impatto sulla popolazione che questi danni possono causare, ma si teme che le vaccinazioni, l'assistenza alle persone diabetiche e l'assistenza psicologica saranno particolarmente limitate.